Film francese ma grazie a Dio non sembra francese. Merita
Tipo: commedia
"La vita è straziante ma se l'affronti zigzagando può essere divertente". Sta tutta in questa "massima" finale la filosofia di questa commedia francese diretta da uno scatenato Michel Blanc (che si alterna dietro la macchina da presa e nei panni del bizzarro Jean Pierre). La filosofia dello zigzag consiste nello schivare le inique fortune che il destino ci riserva, concedendosi integralmente alle allettanti lusinghe dell’amore. Un esercizio in cui i protagonisti di "Baciate chi vi pare"(tratto dal romanzo "Summer Things" di Joseph Connolly) si cimentano su fronti diversi e con alterni successi. A volte incontrando la sconfitta, altre volte riuscendo a maturare.
Tanti i personaggi al centro di questo grottesco microcosmo, ma sono tre le coppie che reggono il gioco: Elisabeth, ricca signora svagata, e Bertrand businessman amaro e cinico; Jérôme, memorabile "sfigato"che colleziona contatori del gas, e l’orgogliosa Véro; e poi Jean Pierre e Lulu: lui, maniacalmente geloso, rende la vita impossibile alla moglie, che cerca sollievo nella compagnia femminile. A far da contorno, altri personaggi azzeccati, come Maxime, sfacciato dongiovanni capace di "dimenticare"l’amante nuda e bendata in una camera d’albergo. La loro vacanza si consuma in una settimana vissuta pericolosamente, in cui le loro esistenze saranno sottoposte a un tourbillon di passioni, sentimenti e desideri, per poi tornare (quasi) tutte al loro posto. Il tutto nel segno di una leggiadra (ma non spensierata) amoralità.
Il film, pur limitandosi a riciclare sapientemente alcuni "classici" della commedia degli equivoci e di certo cinema brillante francese in particolare, alla fine funziona. Merito dei dialoghi, sempre in bilico tra disincanto e arguzia, ma anche (e soprattutto) degli interpreti, in particolare quelli femminili. Tutte le attrici, dall’elegante Charlotte Rampling a Carole Bouquet (ancora splendida, malgrado l’età), da Karin Viard (superba nei panni di Véro) a Clotilde Courau, duettano sapientemente sulla scena, alternando momenti di allegria con sprazzi di tenera malinconia. Menzione speciale anche per l’intenso Jacques Dutronc.
tratto da :[ Link visibile solo agli utenti registrati ]