Non si è mai arreso Christopher Reeve. Durante i lunghissimi dieci anni che lo hanno visto paralizzato dal collo in giù per quella fatale caduta da cavallo, l'attore ha continuato a lottare e a sperare che, un giorno, la sua vita sarebbe tornata "normale". Non ce l'ha fatta. Insieme a lui se ne va un pezzo di cinema. E soprattutto un uomo che ha dimostrato di essere davvero "super" nei momenti più difficili.
Per l'attore l'abisso cominciò il 29 maggio 1995, quando il suo cavallo Eastern Express si fermò davanti al terzo ostacolo facendolo volare oltre la siepe. Da quel giorno Christopher Reeve smise di essere l'idolo di Hollywood, fisico statuario e faccia d'angelo, e si ritrovò immobile su un letto, neppure in grado di respirare se non con l'aiuto delle macchine.
Ma proprio in una condizione che pochi riescono a immaginare, Reeve dimostrò una voglia di vivere una determinazione che forse soltanto il suo "Superman" avrebbe potuto sfoderare. Dopo aver invano tentato vari interventi chirurgici e terapie riabilitative, l'attore cominciò ad impiegare tutte le proprie energie in un'appassionata lotta per migliorare le condizioni di vita dei portatori di handicap.
E non rinunciò al suo sogno, il cinema, prendendo parte a produzioni per la tv e dirigendo anche un film (appena un anno dopo l'incidente diede la voce al personaggio di Re Artù per un cartone animato). Mise poi al servizio della ricerca scientifica il proprio prestigio, creando insieme alla moglie Dana una fondazione per raccogliere fondi in favore della ricerca sulle lesioni al midollo spinale. Sostenne, in particolare, la battaglia in favore dell'uso degli embrioni per la ricerca sulle cellule staminali e, pubblicamente, denunciò la tendenza dell'amministrazione Repubblicana e del presidente Bush di frenare tale ricerca per motivi religiosi.
In questi dieci anni di calvario non sono mancati i momenti di grave sconforto. Un giorno Reeve pensò anche al suicidio. L'attore lo aveva rivelato nella sua biografia, "Sono ancora io", dove diceva di aver desistito per l'amore della seconda moglie. Nel febbraio 2003 l'ultimo grande atto di coraggio. Reeve si prestò come "cavia umana", facendosi impiantare nel diaframma alcuni elettrodi: grazie all'innovativo intervento, riprese a respirare in modo naturale.
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Reeve, il superman da non dimenticare...
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Quando l'ho sentito al telegiornale sono rimasto bloccato sulla sedia......poveraccio