Il racconto di due testimoni al Tgcom
Stavano tornando insieme da Bologna, da ArteFiera, il salone dell'arte contemporanea e moderna in programma alla fiera del capoluogo emiliano fino al 30 gennaio. Un gruppo di persone amanti dell'arte, tra cui Gimmo Etro, fondatore dell'omonima casa di moda e noto collezionista e Claudia Dwek, direttrice di Sotheby's Italia, che avevano deciso di abbandonare la macchina, preferendo un bel viaggio in treno. Ma l'idea si è trasformata in una sorta di incubo.
Sono due dei 680 passaggeri rimasti prigionieri dell'Eurostar diretto a Milano, che si è fermato nei pressi della stazione di Fidenza, restando bloccato per quasi sei ore. Etro e Claudia Dwek hanno raccontato la loro "epopea" a Tgcom.
"Non ho mai viaggiato in queste condizioni, in tutte le parti del mondo dove sono stato - racconta Gimmo Etro - Siamo stati 6 ore senza sapere assolutamente nulla di quello che ci sarebbe accaduto, al buio e al gelo. Dalle 19.30 fino alle 1.30 di notte è stato un incubo. Non funzionava il riscaldamento, la luce era saltata e ad un certo punto volevano addirittura chiudere i bagni. Non è certo questa l'immagine che si dà dell'Eurostar nella reclame televisiva delle Ferrovie. Questo treno è stata tutta un'altra cosa. E poi, per come è progettato, in una condizione di emergenza dà proprio l'impressione di essere intrappolati. Senza poter aprire una finestra, le porte. Ma soprattutto siamo stati completamente abbandonati a noi stessi, senza nessuno cui chiedere informazioni. Ad un certo punto è circolata la voce che per liberarci ci avrebbero fatto trasbordare dal treno fermo ad un altro, attraverso una passerella. Assurdo". I guai non sono finiti neppure una volta che si è riusciti a raggiungere Milano. "A quel punto - continua a raccontare Etro- erano le 3 e 30 di notte. Arrivati alla stazione, era impossibile dopo la nevicata trovare un taxi. Molte persone sono rimaste lì senza sapere come fare per tornare a casa. Ovviamente nessuno aveva pensato a predisporre dei servizi alternativi. Quello che emerge da questa terribile esperienza è la mancanza assoluta di una mente pensante, di qualcuno che in situazioni di emergenza sia in grado di gestirla, di organizzarsi in tempi brevi".
Stesse sensazioni anche da parte di Claudia Dwek. "Il treno aveva dato segnali di non funzionamento - racconta - sin dalla partenza dalla stazione di Bologna, alle 19.30. Ma nessuno se ne è preoccupato. Poi si è fermato nei pressi di Fidenza. Da lì è stata una lunghissima epopea. La cosa inconcepibile è stata essere al freddo, al gelo, al buio, con i treni che sfrecciavano vicinissimi al nostro fermo". Nel convoglio viaggiavano quasi 700 persone. "La cosa che ho trovato più assurda - continua la direttrice Italia di Sotheby's - è stato scoprire che le porte dell'Eurostar, in una situazione in cui manca la tensione, non si aprono. Ci sono solo due uscite, una in cima al convoglio e una in fondo, che si aprono...potete immaginare, ad un minimo rischio, 680 persone che devono scendere tutte insieme? Eravamo senza assistenza nè informazioni in una città a pochi chilometri da una stazione, a nessuno è venuto in mente di predisporre una squadra di assistenza. C'erano solo 3 persone delle ferrovie. L'unico intervento positivo è stato quello della Protezione civile, che noi stessi abbiamo chiamato! Hanno organizzato in poco tempo una squadra di emergenza, per soccorrerci. E l'unica nota positiva è stata l'assoluta civiltà delle persone a bordo, dei passeggeri, che sono rimasti calmi e composti. La prossima volta, prima di decidere se prendere un treno, ci penserò molto, molto bene"
"Noi, intrappolati nel treno"
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Almeno potranno avere la soddisfazione di chiedere il rimborso del biglietto.......
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Penso che dopo 6 ore al buio, chiusi in un treno il rimborso del biglietto se lo mettono in (_|_)!