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Best (La Vera Storia Di George Best)

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Lukino79
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Messaggio Lukino79 »

Tutti gli sportivi conoscono "Sfide", una trasmissione televisiva che ripropone momenti o personaggi che hanno segnato lo sport mondiale, ed il film di Mary Mc Gukian sembra esserne una puntata. La vita di George Best, considerato da molti il più forte giocatore del mondo, ma altrettanto sconosciuto alla grande massa, viene ripercorsa partendo dai suoi esordi fino alla sua ultima grande partita, non più con la maglia del Manchester, dove segnò un gol epocale, una sorta di canto del cigno prima della definitiva eclisse.
Best ha giocato dal '64 al '74 nel Manchster United conquistando il titolo di capocannoniere per cinque anni consecutivi (157 gol all'attivo), la prima Coppa dei Campioni di una squadra inglese, ai danni del Benfica di Eusebio, e tre scudetti. È sempre stato considerato un giocatore dai "piedi d'oro" in grado di fare qualunque cosa con la palla al piede, ma non è assurto a star mondiale, come Pelè, sia perché giocava nella nazionale Irlandese (non certo tra le più forti del mondo), ma soprattutto perché il suo finale di carriera all'insegna dell'alcolismo l'ha relegato in una sorta di dimenticatoio internazionale, mantenendo la sua popolarità solo nel Regno Unito.
Il rischio di un film del genere è enorme; collocarsi in equilibrio tra la noiosità di un documentario e l'eccesso di una sequenza interminabile di partite non è facile, ma la sceneggiatura, della regista in collaborazione con Lynch e lo stesso Best, è, sotto questo aspetto, ben equilibrata. Dopo un avvio all'insegna del genio di Best, veniamo trascinati dal suo personale vortice di alcolismo ed autodistruzione tanto da restare noi stessi leggermente stravolti. Come Best abbia potuto sperperare il suo incredibile talento è quasi incredibile; la sua fragilità psicologica, unita all'enorme successo avuto in giovanissima età (miglior calciatore europeo a soli 21 anni) ed alla mancanza di figure di riferimento lo hanno letteralmente spezzato ed a nulla è valsa l'amicizia di Sir Matt Busby, l'allora allenatore/dirigente del Manchester, che in ogni modo ha cercato di proteggerlo. Best è stato il primo giocatore a diventare una star anche fuori dal campo. Il suo talento unitamente alla sua faccia da "bravo ragazzo" ed alla sua eleganza, lo hanno reso un mito (è stato definito anche il quinto "Beatles"), catapultando Georgy in un universo lontano anni luce dalle sue origini di irlandese operaio.
Se il film vanta l'ottima trovata di presentarci George oggi che ripercorre, in occasione del funerale del suo mentore Busby, il suo passato visto dal fondo del suo bicchiere, utilizzando un formato quasi televisivo e "sgranando" a volte l'immagine per acquistare quel fascino dei filmati d'epoca, di contro risulta frammentario tanto che uno spettatore digiuno di calcio fa decisamente fatica a seguire il corso degli eventi ed a collocarli temporalmente.
Nel complesso un doveroso omaggio ad un grande del football, un'ottima occasione per rivedere John Lynch dopo "Sliding Doors" ed apprezzare un eccellente Ian Bannen ("Svegliati Ned"), ma che rimane relegato in una nicchia ristretta.

La frase: "Il talento è un dono di natura, è una cosa che non puoi comprare."

La Chicca: nei panni di Rodney Marsh troviamo Roger Daltrey il fondatore del leggendario gruppo "The Who".

Curiosità: Il Manchester delle "meraviglie" aveva una rosa di giocatori che oltre ad annoverare George Best, vantava un certo Bobby Charlton, Denis Lae e Nobby Stiles, campioni di classe cristallina.

Indicazioni:
Per gli appassionati di quel gran gioco che è il calcio.
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Tapparella
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Messaggio Tapparella »

Caspita, mi chiedevo proprio ieri che genere di film fosse...

Bella la recensione...


Tapparella.
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